Veltroni: «Mi dimetto».

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  1. .:'Tha_RuL@nD':.
     
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    Il partito verso l'assemblea costituente per la nomina del «segretario provvisorio». D'Alema: «Situazione delicata»
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    ROMA - Non ci ha ripensato. Walter Veltroni nel primo pomeriggio ha confermato le dimissioni da segretario del Partito Democratico presentate martedì mattina al coordinamento del partito dedicato alla sconfitta elettorale del centrosinistra in Sardegna. «Dopo una discussione di diverse ore, il segretario ha deciso di mantenere l'orientamento espresso questa mattina e di rassegnare le dimissioni da segretario nazionale del Pd» ha detto il portavoce Andrea Orlando. Mercoledì alle 11 in una conferenza stampa Veltroni spiegherà le ragioni delle sue dimissioni.


    «BASTONI TRA LE RUOTE» - «Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto» ha detto Veltroni, raccogliendo il "no" del vertice del partito e l'invito a ripensarci. «Spesso mi sono trovato i bastoni tra le ruote» ha aggiunto il segretario. Nel primo pomeriggio le condizioni politiche per Veltroni non sono cambiate e l'ex sindaco di Roma ha confermato il suo addio. I vertici del Pd avevano infatti respinto in mattinata le dimissioni, confermando piena fiducia al leader. Lui aveva scelto di prendere del tempo per riflettere e decidere. La riunione del coordinamento era stata aggiornata alle 15.30 proprio per concedere al segretario un momento di riflessione.

    «SITUAZIONE DELICATA» - «Credo sia una situazione molto delicata che dovrà essere affrontata con senso di responsabilità nelle sedi appropriate» ha detto Massimo D'Alema. E Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera: «Possiamo essere molto grati a Veltroni per la conduzione di questi mesi. Ora il partito ha necessità dell'impegno di tutti, i passi successivi si decideranno collegialmente».

    PERCORSO - Il vice segretario Dario Franceschini mercoledì alle 8.30 convocherà gli organismi dirigenti per decidere il percorso successivo alle dimissioni di Veltroni. È probabile che sarà convocata l'assemblea costituente del Pd, l'unico organismo legittimato a eleggere il nuovo segretario provvisorio del Pd (L'Unità ipotizza una «reggenza» di Franceschini), in deroga a quanto prevede lo statuto che dispone il ricorso alle primarie. Nella riunione del coordinamento c'è chi ha chiesto un passaggio formale anche in direzione nazionale. L'imperativo, spiegano fonti Pd, è comunque fare presto per non lasciare il partito troppo a lungo in una fase indeterminata e senza guida. Tra le ipotesi inizialmente circolate c'era anche quella di una gestione collegiale transitoria, idea però scartata dalla maggioranza.

    CONGRESSO ANTICIPATO - Nessuno dei partecipanti alla riunione della mattina ha preso in considerazione l'ipotesi di un congresso anticipato (previsto a ottobre). Anna Finocchiaro ha chiesto la convocazione della direzione, non ritenendo il coordinamento la sede politica idonea per la discussione sull'analisi del voto in Sardegna. Qualcuno dei big democratici, prima delle dimissioni di Veltroni, avanzava l'ipotesi che la mossa della rinuncia fosse finalizzata a una nuova investitura per avere un rinnovato mandato così da ricalibrare la linea, far rientrare le critiche interne e ricompattare il partito. Invece secondo Ermete Realacci, ministro ombra dell'Ambiente del Pd, si va verso un congresso anticipato. Per il senatore Nicola Latorre, «il leader del Pd viene eletto con le primarie, su questo non si torna indietro. Ma per individuare la nuova leadership servirà un passaggio congressuale». Il congresso anticipato non pare abbia trovato molte adesioni tra i componenti del coordinamento, anche per problemi di tempi e di tesseramento ancora non ultimato.

    DI PIETRO - «Prendiamo atto con rispetto dell'assunzione di responsabilità da parte di Veltroni. È un gesto politicamente voluto ed eticamente che gli fa onore», ha commentatoAntonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. Secondo Di Pietro ora è necessario «il rilancio di una coalizione in alternativa a Berlusconi. L'IdV più che mai deve assumere un ruolo determinante di opposizione. È il momento meno opportuno per le critiche, ma dico che chi vuole fare opposizione faccia opposizione».

    fonte: corriere della sera
     
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